Un’escursione da NUS a CHATILLON – 24 settembre 2016

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24 settembre 2016  Da NUS a CHATILLON

Proseguono le nostre tappe sul percorso italiano della Via Francigena di Sigerico. Un giorno ogni tanto, così la fatica si sente di meno e le vesciche ai piedi non hanno tempo di spuntare!!! Partiti dal Gran S.Bernardo, dopo aver raggiunto Etroubles, Aosta e Nus,  eccoci pronti per la quarta tappa!

Giunti in treno alla stazione di Nus, ci incontriamo con gli amici valdostani e ci incamminiamo, in salita, fino alla Chiesa Parrocchiale, intitolata a Sant’Ilario. Superiamo un curioso monumento dedicato ai “vigneron”: siamo in terre coltivate ad uve pregiate e proprio in questi giorni i vignaioli stanno vendemmiando. Alcuni, vedendo un bel gruppo di camminatori, ci salutano e, scherzando, ci invitano ad aiutarli!!!

Il cielo è terso e ci godiamo questo bel percorso ricco di salite e discese. Percorriamo senza eccessiva fatica il nostro itinerario, il sentiero 103, attraversando piccole borgate. A  Rovarey ammiriamo l’esterno della piccola Cappella dedicata a Santa Caterina e facciamo provvista di acqua al vicino fontanile. Alla nostra destra, sul fondovalle, scorgiamo l’imponente e fiabesca mole del castello di Fenis.

Siamo ormai in vista della Chiesa di Diemoz. Qui ci attende don Piero, parroco di Verrayes, che ci apre appositamente l’edificio dedicato a San Martino e a Santa Lucia. Il “Don” è un bel personaggio, mi ricorda il parroco della mia prima comunione, molto semplice e ben disposto verso il prossimo. Ci fornisce non solo notizie sulla Chiesa di Diemoz ma anche riferimenti storici legati al territorio. Ci racconta che il toponimo DIEMOZ si riferisce all’epoca romana, in quanto la località si trova al 10° miglio da Augusta Prætoria, sulla strada delle Gallie. Ci invita, per le prossime escursioni, a visitare un’altra bella e più antica chiesa, la cappella di Marseiller, ricca di affreschi di Giacomino da Ivrea, situata nel territorio di Verrayes. Con semplicità. quasi si scusa che la “sua” chiesa non è altrettanto bella! Coglie l’occasione per chiederci di firmare una richiesta di restauro dell’edificio di  Marseiller e numerosi soci aderiscono.

Raggiungiamo Chambave, dove sostiamo per consumare il pranzo al sacco nel piccolo spazio verde di fronte alla famosa enoteca e bar “Crotta di Vegneron”. Alcuni ne approfittano per fare un salto al bar per un caffè o per assaggiare un bicchiere dell’ottimo vino bianco, il “Moscato di Chambave”.  Proseguiamo, attraversando la via principale del paese. Faustino, uno dei nostri soci valdostani, ci fa notare alcune particolarità nelle facciate delle case, finestre a “goccia rovesciata”, decorazioni e altri dettagli.

Proseguiamo, fa un po’ caldo, ma un passo dopo l’altro, borgata dopo l’altra, arriviamo a Chandianaz e al suo interno, seguendo la stradina fra le case in pietra, troviamo affreschi e quadri, qualcuno di  benvenuto ai pellegrini in transito, scritto  in tutte le lingue!.  Infine scorgiamo, BARMAZ, un villaggio fantasma,  abbandonato più di 50 anni fa a seguito di una frana. Risaliamo un breve ma ripido sentiero, lasciando a lato le case semidiroccate e pericolanti, d’ora in poi ci aspettano solo più tratti in discesa o pianeggianti. Non molto lontano scorgiamo il castello Gamba e quello di Ussel: la nostra meta, Chatillon, non è lontana!!!

Superate le tubazioni della condotta forzata proveniente dalla centrale di Covalou scendiamo verso Chatillon. Eccoci a valle, statale 26: all’imbocco della strada per Valtournenche  troviamo un rotonda con una  riproduzione in miniatura del Monte Cervino e, prima di attraversare il centro di Chatillon, sul  ponte sul torrente Marmore, possiamo ammirare l’arco ancora esistente del ponte romano che sorreggeva l’antica Strada  delle Gallie.

E’ ora di salutare i nostri amici valdostani e raggiungere la stazione ferroviaria per il ritorno a casa!!! Grazie al direttivo che ci ha accompagnati e….. arrivederci alla prossima escursione!

MARIA VITTORIA

 

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