Arte, storia e cultura: la Via Francigena a settimo vittone
Lasciando gli ultimi contrafforti delle Alpi, raggiungiamo Settimo Vittone dove si apre la fertile pianura Canavesana.
Da qui si entra nel grande Anfiteatro Morenico lasciato dal ritiro dell’enorme ghiacciaio Balteo.
Ci troviamo di fronte ad una conformazione geologica glaciale dell’età Pleistocena media tra le meglio conservate al mondo, che si estende con la Serra morenica di Ivrea, lunga circa 25 Km ., fino ad oltre il lago di Viverone, residuo di un bacino lacustre un tempo molto più ampio risalente al Pleistocene Superiore.
Settimo Vittone, già sede di un primitivo villaggio dei Salassi, si sviluppò nel periodo successivo alla conquista romana e in particolare dopo la costruzione, avvenuta nel 1° Sec. a.C., della strada di collegamento tra Eporedia e Augusta.
Il nome ”Settimo” indica come il borgo sorgesse “ad septimum lapidem” cioè al settimo miglio romano della strada delle Gallie. Il toponimo Vittone venne invece aggiunto in epoca medioevale.
La storia alto medioevale dell’insediamento, non è mai stata chiarita completamente, si narra che Ansgarda, Regina di Francia, ripudiata dal marito Ludovico il Balbo, si ritirasse presso il fratello Attone Anscario, Marchese d’Ivrea e Signore di Settimo.
Qui sarebbe poi morta nell’889 in concetto di santità e sepolta nel battistero annesso al castello.
Nell’898 moriva nella sua fortezza di Settimo anche il fratello, il quale sarebbe stato sepolto nella Chiesa presso l’ospizio per pellegrini da lui fondato nella parte bassa del Borgo.
Dall’XI Sec. Settimo Vittone dipendeva dal Vescovo di Ivrea fino al 1357 quando dopo alterne vicende venne ceduto ad Amedeo VI di Savoia.
Salendo al castello dal borgo sottostante si percorre una antica strada selciata fiancheggita dalle cappellette della Via Crucis; da questa si accede al sagrato della Chiesa della Madonna delle Grazie che si trova nelle vicinanze del castello.
L’antico castello, arroccato su uno sperone di roccia nel XVI Sec., venne fatto smantellare dal Duca di Savoia Carlo III per motivi strategici.
Dell’antica fortezza medioevale si possono ancora vedere i ruderi di una torre e, a sinistra del portale d’ingresso, alcuni fregi in cotto che adornavano le finestre.
La parte di fabbricato che si estende verso la vallata fu ricostruita come villa residenziale tra il 600 e il 700.
Nel parco del castello si trova il complesso alto-medioevale della Pieve di San Lorenzo costituito dal Battistero e dalla Chiesa che fu parrocchia fino al 1661.
La Chiesa ad aula unica, con pianta a croce latina e tre cappelle rettangolari, contiene pregevoli cicli di affreschi del X° e XIV° Secolo. Il battistero di San Giovanni ( IX° – X° Sec. ), collegato alla Chiesa, è suddiviso in otto nicchioni, con abside quadrata e un piccolo campanile aggiunto in epoca successiva (XIII° Secolo ).
L’intero complesso è oggi tutelato dal F.A.I.
Scendendo dal castello verso Montestrutto, si percorre un sentiero suggestivo, che offre una visione di come il territorio, da inospitale, coperto di rocce fratturate e levigate dall’azione del ghiacciaio, sia stato acquisito dall’agricoltura con il lavoro secolare dei tenaci abitanti locali, i quali mediante terrazzamenti di varia ampiezza e opere di drenaggio e regimentazione delle acque, con attento recupero di ogni superficie utilizzabile per l’agricoltura, hanno ricavato ciò che oggi vediamo.
Si raggiunge così la “Balma ”, antica e caratteristica costruzione in pietra che sfrutta come tetto, un’imponente roccia a sbalzo.
S’incontra poi la chiesetta di San Giovanni Evangelista, piccola cappella votiva ampliata nel 1724 e, dopo un bel tratto di bosco, ci si immette su una mulattiera pavimentata in ciotoli per favorire il passaggio delle slitte da carico che trasportavano a valle il minerale estratto da una miniera soprastante. L’incrocio delle slitte era assicurato da un tratto di doppia pista, una per la salita e una per la discesa.
Incontriamo poi il bivio che porta all’antico cimitero di Montestrutto (in uso fino al 1902 ) e alla Chiesa di San Giacomo in stile romanico che ha subito nei secoli alcune modifiche che le hanno conferito una identità architettonica.
Sopra di essa svetta il castello di Montestrutto ricostruito su un sito utilizzato fin dal X° Sec.. Se ne hanno notizie nel 1221 durante la “Guerra delle macine “ tra Ivrea e Vercelli.
Il vecchio castello distrutto nel XVI° Sec. durante le guerre tra Francesi e Spagnoli, venne poi ricostruito all’inizio del 1900 in stile Neogotico del XIV° – XV° Secolo.
Si scende quindi nell’antico borgo di Montestrutto incontrando la“fontana dle sape“ (fontana delle zappe) ricavata nella roccia e utilizzata come abbeveratoio per capre e pecore e dai contadini per gonfiare nell’acqua i manici delle zappe.
Infine si raggiunge il lavatoio del Borgo con una bella vasca in pietra.
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La Casa delle Streghe
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Cesnola
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Cesnola - Fontana
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Cesnola - Fontana
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Chiesa di S.Maria delle Grazie
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Campanile Chiesa di S.Maria delle Grazie
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Verso Montestrutto
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Torre Daniele - Antica via centrale
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Antico Monastero
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Chiesa di Torre Daniele
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Particolare di un'antica piccionaia
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Antico edificio del Castello
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Battistero di San Lorenzo
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Battistero di San Lorenzo
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Ulivi attorno alla Chiesa
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Battistero di San Lorenzo
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Scorcio del Battistero
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Scorcio del Battistero
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Scorcio del Battistero
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Scorcio del Battistero
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Castello di Montestrutto e Chiesa di S.Giacomo
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Il Castello di Montestrutto
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Campanile della Chiesa di S.Giacomo
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Castello di Montestrutto - Affreschi interni
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Castello di Montestrutto - Affreschi interni
chiesa di san lorenzo e battistero di san giovanni battista
La Chiesa e il Battistero sono del IX secolo (età carolingia) con aggiunte e rifacimenti di epoca successiva (periodo romanico). Vicino alla chiesa sono presenti i ruderi del castello.
La tradizione attribuisce agli Anscarici, da cui derivano i marchesi di Ivrea, l’edificazione del castello e della chiesa. Qui si rifugiò Ansgarda, sorella di Anscario, dopo essere stata ripudiata da Ludovico il Balbo (balbuziente), re di Francia. Una lapide, posta all’ingresso del battistero, ritenuta apocrifa, indica in questo luogo la sepoltura di Ansgarda. La pieve fu chiesa parrocchiale sino al 1661.
Lapide sull’ingresso del battistero
Battistero e Chiesa con Campanile
Esterno
Battistero: pianta ottagonale, muri spessi circa 1,2 metri . La muratura esterna si presenta molto irregolare sino a circa 2/3 dell’altezza poi ha una struttura più regolare segno di un rifacimento successivo probabilmente dovuto a crolli; è costituita da pietra locale (gneiss, micascisti) alternata a mattoni, alcuni di origine romana. La copertura è effettuata con lose. Sopra al battistero si eleva un piccolo campanile quadrato di epoca romanica (quindi posteriore); notare gli archetti pensili sui quattro lati ed il capitello a stampella. All’interno ogni lato ha una nicchia, sul lato orientale è stata costruita una piccola abside
Chiesa: è realizzata a croce latina con navata unica ricoperta da volta a botte, è presente una cappella sul lato destro (cappella Avogadro) a cui faceva di riscontro, prima della costruzione del corridoio di collegamento con il battistero, una cappella su lato sinistro; è presente un’abside verso oriente. Cappella ed abside sono rettangolari con volta a botte (architettura primitiva); la muratura è come quella del battistero, ma meno spessa ( 80 cm ); da rilevare, nella muratura esterna, alcune tracce di coccio pesto usato dai romani nelle costruzioni (vedi acquedotto di Ivrea); la copertura è realizzata con lose tranne l’abside dove sono presenti embrici romani; la cornice del sottotetto è fatta con mattoni romani (probabilmente ad opera del restauro del D’Andrade). Sul lato sud si apre una piccola finestrella, l’unica coeva alla costruzione primitiva. Sulla facciata è stata ricostruita una bifora (D’Andrade) con capitello a stampella. Il campanile è addossato alla facciata con ingresso laterale (sul lato Nord). All’esterno tutti i lastroni in pietra su cui si cammina sono le originarie coperture che furono rimosse all’epoca del restauro e sostituite con lose meno pesanti.
Chiesa con Abside – Lato Orientale
Finestra originale lato Sud
All’esterno è inoltre presente un sarcofago con copertura.
Sarcofago
Copertura Sarcofago
Interno
Battistero: non sono presenti affreschi.
Corridoio di collegamento Battistero-Chiesa:
S. Francesco che riceve le stigmate venerato da un devoto (notare le pieghe metalliche del vestito ed i piedi di S.Francesco, il rosso dei capelli). Entrambi gli affreschi sono attribuiti a Giacomino di Ivrea: secondo quarto del 400.
Abside: parete sinistra: Santo (Giacomo) con devoto notare i 3 bottoni sui polsini tipici del 300 e la finezza del volto
Martirio di S. Sebastiano fine del 300 (molto danneggiato)
appella Avogadro (tardo 400) gli stemmi della famiglia sono dipinti sui bordi della cappella.
Notare i colori caldi e vivi e luminosi di tutta la cappella, vi sono legami con la pittura provenzale.
Sull’arco absidale in alto: immagini di santi a mezzo busto (probabilmente gli affreschi più antichi-molto danneggiati) in nicchie sotto le quali compaiono altre figure avvolte dalle fiamme: probabile Giudizio universale (fine XII sec.) notare gli occhi sgranati e le gote arrossate che danno particolare vigore grafico.
Abside parete destra in basso: San Lorenzo, un santo Re (ha lo scettro e i paramenti regali) tra due Santi e un’ Annunciazione frammentaria di fine 300; da notare l’influenza del maestro di Oropa (come l’affresco del santo martire del deambulatorio della Cattedrale di Ivrea)
Cappella Avogadro (tardo 400) gli stemmi della famiglia sono dipinti sui bordi della cappella.
Notare i colori caldi e vivi e luminosi di tutta la cappella, vi sono legami con la pittura provenzale.
Cappella Avogadro: parete sinistra: S. Lorenzo che presenta alla Vergine un devoto (il volto è stato cancellato probabilmente perché non aveva pagato), notare il viso severo di S. Lorenzo e la Madonna con Bambino sintesi di grazia e bellezza
Cappella Avogadro: parete destra: 3 figure femminili: Santa Marta, identificabile dal secchiello di acqua benedetta, Santa Lucia con gli occhi in mano e Santa Caterina di Alessandria con libro aperto.
Cappella Avogadro:
volta: Cristo tra i simboli degli evangelisti
in fondo: S. Lorenzo, S. Martino che dona il mantello a un povero e una Pietà
sull’arco di ingresso: un’Annunciazione
Proseguendo nella Chiesa:
Parete destra: miracolo di S. Nicola di Bari (manca foto) che risuscita tre giovani uccisi da un macellaio a cui avevano chiesto ospitalità.
Nella parete intermedia S. Michele che pesa le anime (manca la foto), molto consunta, di fine 200.
Fondo (controfacciata): S. Giorgio che libera la principessa (manca la foto) databile a metà 400 per l’armatura e le acconciature femminili.
Parete sinistra: martirio di S. Lorenzo (manca la foto) opera dello stesso pittore tardo 300 che dipinse martirio di S. Sebastiano nell’abside e il beato Pietro del Lussemburgo sulla parete destra.
Parete destra (guardando verso l’abside) Parte bassa: adorazione dei magi (inizio 300)
Parte intermedia: raffigurazione del Beato Pietro del Lussemburgo databile a fine 300 essendo il beato morto nel 1387 a 18 anni. Lo stesso pittore realizza S.Sebastiano nell’abside e S. Lorenzo sulla parete sinistra. Santo Vescovo che riceve la supplica (notare il mantello) realizzato dalla stessa mano dell’ Ultima Cena che si trova nella parte alta databili ai primi anni del 400 – notare i piedi dei commensali – opera di un maestro lombardo, di scuola post giottesca.
Parte intermedia: la grande figura di S. Cristoforo con la palma con i datteri rivolto verso l’ingresso della chiesa, firmato dal pittore Guglielmo da Orta, denuncia tratti duecenteschi.
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La Cappella di S.Maria Maddalena di origine romanica
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Lastra di pietra con scritta: anno 440 attestato dal Consolato di Valentiniano Augusto e di Anatalio
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Interno della Cappella di S.Maria Maddalena
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Interno della Cappella di S.Maria Maddalena. Nella Cappella esiste un affresco del 1500 di Domenico della Marca d'Ancona ed un bellissimo crocefisso della stessa epoca.
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Cappella di S.Rocco del XV sec.
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Cortile interno del Castello Basso
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Cortile interno del Castello Basso
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Il Campanile della Chiesa del 1745
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Panoramica di Burolo
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Panoramica di Burolo
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