E’ trascorso giusto un anno dalla nostra passeggiata nell’IVREA MEDIEVALE e oggi siamo qui per scoprire un altro aspetto della nostra città. Come suggerito dal nostro amico Lauro, questa volta passeggiamo nell’IVREA BAROCCA!
Proprio come l’anno scorso, anche questa volta la giornata è piovosa, ma i nostri soci non si spaventano e in numerosi si presentano all’ “appello”! Questa storia del “barocco” mi incuriosisce davvero e infatti, anche se umida e infreddolita, ho finalmente l’opportunità di entrare nella chiesa di San Gaudenzio, appositamente aperta per noi dall’associazione “IJ CRUAS DEL BORGHET”. L’interno è una autentica meraviglia e qui scopro, anzi, riscopro, la storia di importanti santi eporediesi: santa Giuliana e san Gaudenzio. Sì, proprio lui, il tanto famoso Vescovo di Novara, era nativo di Ivrea!!! Gli affreschi dell’edificio sono stupendi e illustrano la vita del santo. Sullo sfondo Ivrea si presenta com’era un tempo, infatti le “rossi torri” sono ancora quattro.
Lauro ci racconta le “particolarità” del barocco, uno stile forse ritenuto da alcuni un po’ pesante, ma che ha lasciato opere architettoniche e pittoriche davvero importanti. L’armoniosità e le “rotondità” delle opere barocche sono tipiche del XVII secolo e ci hanno tramandato una ricchezza non indifferente e anche ad Ivrea ne abbiamo testimonianza.
Usciamo e transitiamo nel cuore del “BORGETTO”, la pioggia battente smorza l’odore acre delle arance e porta via gli ultimi residui del Carnevale! Proprio qui “tirano” i Tuchini, gli aranceri detti “Cruas”! La città è ancora imbandierata con le varie insegne delle squadre e questo è uno spettacolo sempre godibile!
Grazie alla disponibilità dei proprietari del negozio “Fornero”, visitiamo la chiesa di SANTA CROCE, sede di un’antica confraternita, ora utilizzata per mostre pittoriche. A pochi metri ci accoglie la chiesa di di SANT’ULDERICO. L’esterno tipicamente romanico nasconde invece un interno barocco. Appena l’occhio di abitua all’oscurità del luogo prendono forma numerose opere interessanti. Curiosa la storia di questo luogo: secondo la leggenda qui transitò Sant’Ulderico e fece risuscitare un giovanetto. Divenuto adulto, il ragazzo costruì una primitiva cappella che, con i secoli, divenne una delle chiese più amate dagli eporediesi!
Finalmente, dopo il freddo e l’umidità, ci ristoriamo presso la “PIOLA del Generale”. Fra una chiacchera e l’altra consumiamo i nostro pranzo, mentre nella stanza a fianco un gruppo di avventori giocano alla morra e cantano vecchie canzoni piemontesi. Una scena d’altri tempi!
Finalmente ha smesso di piovere. Percorriamo la salita che si inerpica sull’altura dove sorgono il Duomo, il Vescovado ed il Castello. Abbiamo l’occasione di curiosare nel cortile del vecchio Seminario, dove Lauro ci illustra un antico mosaico, precedentemente collocato nel duomo ai tempi di Varmondo. Sono rappresentate quattro figure che personificano filosofia, dialettica, geometria ed aritmetica.
Tornati sulla piazza del Duomo siamo accolti dai bravissimi ragazzi del LICEO BOTTA di Ivrea che ci illustrano con vera competenza la chiesa e la vita di San Nicola da Tolentino (altra scoperta, conoscevo solo quello di Bari!!!). Anche questo edificio anticamente era sede di una confraternita che dava assistenza ai carcerati e sepoltura ai condannati a morte. Contrasta il sobrio esterno con il sorprendente interno: uno scrigno di opere barocche.
Ultima tappa, il DUOMO. Siamo accolti da una musica proveniente dall’organo, una persona si sta esercitando a suonare, sembra quasi “prenotato” per rendere la visita più suggestiva! Riprende la parola Lauro e ci soffermiamo (forse disturbando una ragazza assorta in preghiera!) nella cappella di San SAVINO, il patrono della nostra città.
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno collaborato alla riuscita di questo bel “tuffo nel passato”!
M.VITTORIA