2-10-2021: Escursione culturale e…. gastronomica a NOVALESA (di AMEDEO DAGNA)

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Locandina: 2021 10 02 Novalesa

RESOCONTO ESCURSIONE A NOVALESA  Sabato 2 ottobre 2021

 La proposta di una escursione alla scoperta della Valle di Susa e di una delle Vie Francigene storiche che attraverso il valico del Moncenisio permetteva ai pellegrini di raggiungere Roma dal centro della Francia  ha destato subito interesse ed entusiasmo tra i nostri Soci, che hanno inviato velocemente, e numerose,  le loro adesioni, al punto di farci organizzare un secondo pulmino, inizialmente non previsto.

Sabato 2 ottobre ci siamo ritrovati in 47 davanti alla Stazione ferroviaria di Ivrea e, nel rispetto delle vigenti regole Covit (Green pass, mascherine, distanziamento e rilevamento temperature) ci siamo accomodati sui due confortevoli bus condotti da Efrem e dal suo collaboratore Luciano e la nostra gita è iniziata in tranquilla allegria.

Le previsioni meteo sono contraddittorie e birichine, poiché inizialmente minacciano un po’ di pioggia mentre in realtà (grazie anche alle buone relazioni del nostro Sigerico con gli alti lochi) avremo una giornata gradevole.

Salito a bordo del bus grande (si fa per dire, con 35 posti utilizzabili) condotto da Efrem, vedo di dare alcune informazioni agli amici intrattenendoli sulle curiosità dei luoghi attraversati e sul programma che ci ripromettiamo di svolgere. A Susa, durante la sosta, passerò ad annoiare gli occupanti del bus da 14 posti.

Le informazioni riguardano la struttura della Valle di Susa attraversata dalla Dora Riparia, dove si evidenziano subito le sagome del Monte Musinè (a destra risalendo la valle) che fa da spartiacque con le valli di Lanzo e della Stura e subito dopo sulla destra compare e ci accompagna per un lungo tratto la severa sagoma della Sacra di San Michele, monumento eletto a simbolo della Regione Piemonte. Un po’ di cultura e di conoscenze  raggranellate negli anni e che ho riposto nel mio personale zaino dei ricordi il tutto integrato da qualche veloce rinfresco sulle provvidenziali notizie che si ricuperano in rete, mi permettono di trasmettere ai partecipanti notizie storico geografiche sulla struttura della Valle che risaliamo, condite anche da particolari curiosi.

Come previsto dopo circa una ora abbondante  di confortevole viaggio in autostrada, con un traffico tranquillo e gradevole, arriviamo a Susa dove sostiamo sulla Piazza della Stazione, per una piacevole sosta caffè integrata dall’immancabile ricerca e visita ai servizi igienici. Appena ripartiti affrontiamo le rampe della Statale 25 che si arrampica verso il Passo del Moncenisio, ma dopo pochissimi chilometri la abbandoniamo poiché imbocchiamo la vecchia “Strada Reale” che raggiunge e termina a Novalesa.

Sin dai tempi più antichi, diciamo storicamente riconducibili alla dominazione di Roma su gran parte dell’Europa, la Valle di Susa ha rappresentato la via più frequentata in entrambe le direzioni fra le regioni del Centro Francia e l’Italia. Nel corso dei secoli, eserciti, commercianti, viandanti e tanti pellegrini hanno percorso le sue strade utilizzando i suoi valichi, Moncenisio e Monginevro, la cui altitudine più modesta delle montagne della Valle d’Aosta, permettevano il transito per un periodo maggiore dell’anno. a visto battaglie, scontri anche aspri e dominazioni di chi intendeva invadere e di chi si proponeva di difendere: epici gli scontri tra Carlo Magno ed i Normanni, tra i Savoia ed i francesi, Napoleone in particolare, che hanno disseminato la regione di numerosi forti (Exilles, Fenestrelle, Chaberton….) fino ad arrivare alle poco lodevoli vicende della Seconda Guerra Mondiale con la famosa “pugnalata alle spalle” cioè l’invasione italiana della Francia nel 1940. Ma torniamo a noi ed alle nostre strade.

A causa del forte aumento del traffico intorno alla fine del 1700 ed inizio del 1800 si dovette intervenire in maniera robusta sulla ristrutturazione viaria attraverso il valico del Moncenisio che collega la Regione Francese della Maurienne (Modane) e l’Italia: ovviamente ci pensò Napoleone. Nell’ultimo decennio del 1700 venne ridisegnata la via che attraverso il Passo del Moncenisio raggiungeva Susa, rettificando curve, addolcendo dislivelli per rendere il percorso  più agevole e veloce per carrozze e carriaggi: e questa è l’attuale Statale 25, ancora oggi ben percorribile anche se ovviamente l’Autostrada ed il Traforo del Frejus hanno ridotto il traffico.

Ma a fianco della statale che vi ho appena descritta si inerpicava un’altra via chiamata “Strada Reale” che da Susa era carrozzabile fino a Novalesa, per poi diventare una gagliarda mulattiera che si inerpicava sul fianco della montagna e raggiungeva il Lago del Moncenisio, situato sull’omonimo passo. Da qui tornava ad essere carrozzabile per raggiungere la Maurienne, e proseguire per la Savoia e la Francia. Novalesa era diventato un importante borgo di frontiera, con molte possibilità di pernottamento per i viaggiatori in transito: inoltre dei robusti valligiani chiamati “marrons” si incaricavano di trasportare merci e persone risalendo (o discendendo in senso inverso) la mulattiera. Organizzavano carovane di muli, oppure le merci erano trasportate con apposite slitte, ma il particolare più curioso era che questi montanari si caricavano sulle spalle, su apposite gerle chiamate “cadreghe” merci, a volte anche persone, ma soprattutto provvedevano anche a caricare, dopo averle smontate, le carrozze che poi venivano rimontate al passo del Moncenisio.

Anche al passo del Moncenisio erano sorte e ben funzionanti strutture di accoglienza per viaggiatori e pellegrini: in particolare un Ospizio.

Ovviamente la ristrutturazione della Statale 25 decretò il progressivo abbandono della Strada Reale.

Una ulteriore curiosità: già nel periodo del Regno d’Italia mentre era in costruzione il Traforo del Frejus che avrebbe dovuto risolvere il problema del traffico frontaliero tra Francia ed Italia, diventato estremamente pesante, a causa dei grandi ritardi nella costruzione del medesimo, dovuti a impreviste formazioni rocciose nel tratto francese, fu adottata la soluzione di costruire una ferrovia che seguiva l’andamento della Statale 25 da Susa al valico del Moncenisio, utilizzando un progetto svizzero dell’Ing. Fell. I problemi tecnici erano tanti, la ferrovia fu effettivamente costruita, ma rimase in esercizio per soli tre anni, dal 1868 al 1871 e poi fu abbandonata per gli altissimi costi di esercizio ed oggi se ne possono intravedere i resti, in particolare le gallerie che fiancheggiano alcuni tratti della strafa.

Torniamo a noi: appena imboccata la deviazione per Novalesa raggiungiamo l’area sportiva che sorge all’imbocco del villaggio di Venaus ed iniziamo un relativamente breve percorso a piedi sul tracciato della Via Francigena e risaliamo una tratto lungo le sponde del Torrente Cenischia verso Novalesa. Il nostro impareggiabile ed impagabile Lauro ci conduce in una breve visita alla scoperta dell’abitato di Novalesa, ricco di affreschi, n particolare nella zona della Chiesa Parrocchiale.

Il tempo è tiranno, io continuo a sbirciare con nervosismo ed apprensione l’orologio in quanto siamo attesi all’Abbazia per la concordata visita guidata verso le 10,45 e che durerà circa un’ora. Ma riusciamo a rispettare, abbastanza, i tempi anche in questo momento si presenta un piccolo dramma: la nostra amica Maria Teresa  inciampa in due cubetti di porfido che sporgono malamente dal selciato e cadendo si procura una bruttissima lacerazione al ginocchio. Prontamente soccorsa nella locale farmacia si rende subito evidente la necessità di trasportarla al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Susa.

E permettete al vostro vecchio orso (che poi sarja mi) di esprimere la sua gratitudine, a nome di tutti, per il comportamento lodevolissimo di due nostri amici: prima l’infortunata, Maria Teresa, che dimostra un grande controllo di se, non si lascia abbattere e conserva per tutto il giorno e per tutti gli avvenimenti che si succederanno un grande e dignitoso comportamento! Il secondo è il nostro Paolo (el President) che si attiva con grande capacità per gestire la situazione fno al completo ricupero dell’infortunata dopo il rilascio dl Pronto Soccorso! Viene chiamata l’ambulanza, che tarda un po’ ad arrivare, e mentre il resto del gruppo viene condotto da me all’Abbazia per la visita, Paolo rimane con Maria Teresa fino a quando l’ambulanza la recupera e la trasferisce a Susa per le cure. Paolo ci raggiunge e riesce a fare una parte della visita con noi, ma continua a monitorare quello che è il  percorso sanitario di Maria Teresa, fino a quando è possibile ricuperarla a Susa, dal Pronto soccorso, e ci raggiungerà per continuare con noi, il tutto senza un lamento o un segno di nervosismo. Auguri di pronta guarigione a Maria Teresa e grazie anche a Paolo per la gestione del problema.

La visita all’Abbazia si svolge sotto la guida di due “ciceroni” locali, molto preparati ed esaurienti e ci vengono fornite spiegazioni particolareggiate sulle vicissitudini storiche e pratiche di questo importante complesso. Non vi annoio con la descrizione che tutti avete sentito e che potete rispolverare sia andando in rete, sia consultando i libri che molti di voi hanno acquistato nel negozietto dell’Abbazia.

Con un po’ di appetito che si faceva strada tra i borbottii dei nostri stomaci, abbiamo dedicato una breve visita lungo comodo sentierino alla cascatella inferiore del torrente Bard, tributario del Cenischia, e che scende dal Moncenisio con una sequenza di cascate. Vale la pena di andarci dedicando gita magari al Passo del Moncenisio, accompagnata dalla ricerca e scoperta di prelibatezze locali (formaggi dell’Alta Savoia): ci penseremo!

E finalmente arriviamo all’Agriturismo “Cre Seren” a Giaglione: è in piena zona “No Tav” ma non ci disturba. E’ un villaggio formato dal raggruppamento di un numero impressionante di piccole frazioni, abbellite da piccole e preziose Chiese, che si snoda sul fianco del monte sul lato destro ascendente della Valle del Monginevro: di fronte a noi sull’altro versante vediamo Gravere.  E’ tutto una trionfo di vigneti ed infatti una delle attrattive, che sapremo gustare, di questo Agriturismo è l’annessa cantina con i suoi pregiati vini, frutto di una coltivazione eroica di montagna portata avanti da Giancarlo, macchinista in pensione, e viticultore per passione a tempo pieno.

Nel rispetto delle attuali norme Covid ci accomodiamo in due sale diverse (e questo purtroppo toglie qualche possibilità di fraternizzare con tutti) ed iniziamo la “battaglia delle forchette” e dei bicchieri.

Tutti dimostrano di apprezzare sia la cucina che i vini e la giornata, malgrado il problema successo a Maria Teresa, si svolge e si conclude in tranquilla serenità.

Prima di ripartire il nostro Paolo consegna a Serena, la gestrice dell’Agriturismo, il nostro gagliardetto a perenne ricordo della nostra visita.

 Speriamo di poter organizzare ancora, presto e numerosi, altre escursioni alla scoperta del nostro territorio e del piacere di stare insieme.

 Un abbraccio a tutti, in particolare a Maria Teresa!   

AMEDEO

 

 

 

 

 

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