1-7-2017: Sulla V.F. Valdostana da CHATILLON a VERRES (di Amedeo Dagna)


DA CHATILLON A VERRES –  Sulla Via Francigena Valdostana  (di AMEDEO DAGNA)

 Sabato 1° luglio, col gruppo degli amici della Via Francigena, abbiamo percorso il tratto da Chatillon a Verres sulle orme del nostro Vescovo Sigerico, colui che su incarico del Papa Giovanni XV scrisse la prima guida turistica del pellegrinaggio sulla Via che poi prese il suo nome, nel 990 nel viaggio di ritorno da Roma a Canterbury.

Lasciati onori ed oneri di guida ufficiale al vispo Roberto, ottuagenario dai polpacci d’acciaio e dall’entusiasmo di un teenager, abbiamo iniziato la nostra giornata alla Stazione ferroviaria di Ivrea, dove radunato il nostro piccolo gruppo di escursionisti (18 persone di cui 12 pimpanti quote rosa) siamo partiti alla volta di Chatillon con il mitico treno delle 8,37 che in perfetto orario ci ha condotti alla meta di inizio della nostra escursione a piedi.

Prima rapida sgambata in salita per raggiungere Saint Vincent, elegante e mondana località di svago e villeggiatura, perla della Vallèè, dove il buon Roberto ci delizia con alcuni suoi ricordi di gioventù, poiché la sua famiglia è originaria di questa splendida località e lui ha incominciato qui la sua carriera di birichino prima di trasferirsi ad Ivrea. Attraversiamo l’elegante via principale incontrando “tanta gioventù” ovverossia un numero impressionante di arzilli vecchietti che si godono meritati ozi nella bella atmosfera della cittadina termale. Rituali foto di gruppo con fiori e campanile della Chiesa Parrocchiale, doverosa pausa caffè e poi via, al seguito del nostro Roberto seguendo l’itinerario “103” che in Valle identifica il percorso della Via Francigena e che ci porterà, attraverso le piccole e fiorite frazioni a monte di Saint Vincent fino a scendere verso l’abitato di Mongiove.

Come abbiamo dovuto constatare più volte durante le nostre numerose escursioni sul tratto valdostano della Via Francigena, i disinvolti tracciatori dei sentieri in Valle hanno usato, a volte, metodi un pochino bislacchi per definire l’itinerario che i pellegrini devono percorrere per passare dal Gran San Bernardo a Carema. Ho l’impressione che, giustamente, oltre a voler evidenziare le bellezze che sono numerosissime sul percorso, prime fra tutte le vigne da “agricoltura eroica” (non per nulla il percorso indicato dalla via 103 si chiama anche “La route des vignerons”) qualche volta si siano fatti prendere la mano dall’entusiasmo paesaggistico o addirittura abbiano usato come improbabile geometra una gallina in terapia da labirintite. La mia non vuole essere una critica, e se lo sembra vuole comunque essere bonaria, ma riflettiamo: per l’escursionista, come lo siamo noi oggi che percorriamo una singola tappa con curiosità turistica, vanno bene tutte le deviazioni e varianti, ma il pellegrino che da Canterbury (o altri punti di inizio cammino) vuole arrivare a Roma di queste, a volte faticose, deviazioni non gliene può importar di meno: ed allora incontri le frotte dei pellegrini sui marciapiedi del fondovalle!

Ma noi oggi siamo turisti e percorriamo questo interessante itinerario fra le piccole frazioni di Saint Vincent ed entrando nel territorio comunale di Mongiove, passando accanto al villaggio di Saint Germain, su cui domina il castello.

Questo maniero, oggi in rovina, domina la stretta valletta della Mogiovetta dove passa la Statale 26 che percorre il fondovalle collegando Chivasso con Aosta. Ma prima che il Re cacciatore (e non solo di ungulati) Vittorio Emanuele II facesse costruire, con sforzi immani per le attrezzature dell’epoca, questa strada che taglia il fianco della montagna, si era costretti a percorrere l’antica “Via delle Gallie” a mezza costa tra Mongiove e Saint Vincent.

Quando ci affacciamo a sud del Castello possiamo ammirare la gola dove si trova il Borgo Vecchio e dove iniziano le gallerie dell’Autostrada e possiamo apprezzare l’ardito tracciato della statale che si inerpica sul fianco della montagna. Arrivati alla Chiesa Parrocchiale di Mongiove ci concediamo la sosta pranzo: il buon Parroco Don Montini, nostra vecchia e gradita conoscenza ci offre un sostanzioso bicchier di vino e l’opportunità di visitare la Chiesa. Riposiamo nel porticato vicino alla pianta di glicine monumentale che ha più di duecento anni ed approfittiamo della gentilezza del Don.

Quando ripartiamo, in direzione di Verres, concordiamo di dividere il gruppo degli escursionisti in due: il primo, forte di ben undici “camosci” raggiungerà la meta sul percorso alto, mentre il secondo gruppo raggiungerà Verres sul percorso in piano costeggiando la riva della Dora “all’inverso” cioè superando il ponte verso la strada di Champdepraz e poi verso Issogne fino a ritornare sull’altra sponda alla stazione di Verres.

Bella camminata al fresco con vista sul fiume: foto delle nostre signore con la statua dello stambecco, simbolo del Parco del Monte Avic e poi piano piano si raggiunge la stazione di Verres, passando accanto alle frazioni di Favat, Fleuran ed Issogne, da cui il comodo trenino ci riporterà ad Ivrea, stanchi ma contenti, della bella giornata passata in punta di pedule ed in graditissima compagnia.

Quattro nuovi escursionisti provenienti dal Biellese hanno voluto accompagnarsi a noi ed, evidentemente, felici e soddisfatti dell’esperienza hanno voluto iscriversi alla nostra Associazione, pregustando future camminate: diamo pertanto il benvenuto fra noi a Dominique, Barbara, Ubaldo, e Giuseppe.

Per chi ama le statistiche oggi abbiamo percorso 23 chilometri a piedi, con circa 450 m di dislivello in salita e circa 500 in discesa, con sei ore di cammino effettivo.

AMEDEO

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