4 agosto 2019 VF Valdostana: ETROUBLES –AOSTA
2019 08 04 Escursione ETROUBLES- AOSTA [165706]
Un nutrito gruppo di camminatori ha partecipato alla seconda tappa in territorio italiano della Via Francigena, sul percorso Etroubles – Aosta concedendosi una piccola variante sull’itinerario ufficiale che in Valle è indicato come “sentiero 103”. Seguendo il corso del Ru Neuf, all’altezza del bivio per l’Oratorio di St Anna, invece di scendere sulla verticale del villaggio di Cignod, abbiamo preferito continuare lungo il tracciato del canale e raggiungere Aosta direttamente dalla collina che la domina, evitando in questo modo una lunga e noiosa parte di asfalto. Ma procediamo con ordine e calma!
Partiti da Ivrea sul confortevole bus condotto dal nostro amico Efrem abbiamo raggiunto Aosta e, risalendo la valle del Gran San Bernardo, in breve siamo arrivati al villaggio di Etroubles. A causa di una frana il primo tratto del nostro sentiero è impraticabile per i lavori di riattivazione in corso. Dopo una confortevole sosta per permettere a tutti di gustare un buon caffè e di fare acquisti nella pregiata panetteria del borgo, che ha una ricca offerta di cose buone, con il nostro mezzo abbiamo raggiunto una piazzola all’inizio della frazione di Echevennoz e qui, indossate pedule ed inforcati bastoncini, abbiamo iniziato il percorso a piedi.
La giornata è bella, non fa ancora troppo caldo, il percorso promette di essere gradevole all’ombra dei pini che costeggiano il Ru; intanto lo sguardo spazia in tutte le direzioni per saziarsi di panorami splendidi: verso il Colle del Gran San Bernardo, percorso una quindicina di giorni fa dal passo fino ad Etroubles, le cime del Gran Combin; intravediamo la Valpelline (verso Bionaz e la diga di Place Moulin) e al fondo della Valle a dominare Aosta le sagome dell’Emilius e della Becca di Nona.
Il verde delle pinete e quello leggermente tendente al giallo dei pascoli ci riempiono gli occhi e sono un benefico e salutare collirio naturale.
Il primo tratto di sentiero attraversa la parte alta della borgata, sfiorando alcune baite raggiunge il corso del Ru che ci farà compagnia per parecchio tempo. Dal cortile di una casetta sbuca un cucciolotto nero in cerca di coccole che decide di adottarci: come impazzito di gioia corre lungo tutta la nostra fila vezzeggiato da tutti, ma purtroppo (giudiziosamente) dobbiamo permettere al suo padrone di acciuffarlo, altrimenti verrebbe fino ad Aosta con noi!
Passiamo un ponticello, sempre in fila ordinata e serrata, ed iniziamo a camminare sul bel sentiero che costeggia il canale di irrigazione “Ru Neuf”.
In Valle d’Aosta (ma non solo) per ovviare all’inconveniente che le precipitazioni tendono a raggiungere velocemente il fondovalle, a causa della verticalità dei monti, e poi sparire velocemente verso il mare, lasciando inaridire prati e pascoli a partire dal 1300 si è iniziata la costruzione di questi canali di irrigazione che hanno trasformato l’economia dei terreni montani rendendoli fertili, sia per cereali ad uso e consumo dei valligiani che per i foraggi adatti all’allevamento in particolare dei bovini.
Inizialmente voluti e finanziati dai signori proprietari dei terreni i canali di irrigazione si sono estesi su tutto il territorio della Valle con delle realizzazioni di elevata tecnologia (a volte costruendo lunghi tratti con condotte in legno sui fianchi di ripide pareti) e necessitavano di continua manutenzione per tenerli puliti ed efficienti (ogni inverno i danni causati da frane e slavine richiedevano continua sorveglianza e riparazioni).
Oggi molti sono stati intubati ed i loro percorsi in qualche modo protetti dalle ingiurie della natura ma è ancora possibile vedere dei tratti che sono dei veri capolavori di ingegneria (considerando anche il periodo in cui furono realizzati e i mezzi tecnologici a disposizione).
Il Ru Neuf (anno di costruzione 1327) si alimenta con le acque del torrente Artanavaz e percorre il fianco della montagna (la destra orografica) scendendo con pendenza dolce e costante verso la collina di Aosta, più o meno all’altezza della frazione Entrebin. Ancora oggi funzionante permette di irrigare i numerosi pascoli lungo il suo percorso. Nel corso degli anni alcuni lavori di manutenzione hanno provveduto ad “intubare” il suo corso ma direi che per una buona percentuale di esso corre ancora a cielo aperto ed il camminare lungo il suo argine da l’impressione di essere accompagnati dalla dolce melodia del mormorio delle sue acque.
Dopo una discreta camminata raggiungiamo la “Grotta della salute”, un piccolo angolo di devozione in cui è situata una statua della Vergine e di Gesù (è uno dei pochi casi in cui Gesù non rappresentato come infante ma adolescente) realizzata in pietra locale da un artista valdostano: completano la piccola area di sosta alcune confortevoli panche in pietra ed un altare. Sostiamo per un momento di pausa e di riflessione.
Oggi abbiamo concordato con gli altri amici del Direttivo della nostra Associazione, che sarei stato io in testa a guidare il gruppo regolando velocità e cadenza di progressione: è importante in particolare quando si guidano gruppi di una certa consistenza (ma direi di qualsiasi dimensione) mantenere sempre il controllo a vista del “serpentone” per evitare di lasciare indietro qualcuno o peggio di non accorgersi che vi siano escursionisti in difficoltà! Oggi tutto sta procedendo molto bene e non abbiamo nessun caso di “camminatori indisciplinati” che tendono a scappare! Il “chiudifila” (detto anche “la scopa”) deve sempre stare molto accorto ai tanti episodi individuali di sosta selvaggia: per bere un sorso d’acqua, togliere od indossare un indumento da pescare nello zaino, soste idrauliche più o meno prolungate! Normalmente per ricuperare tutti i ritardi e mantenere il gruppo compatto deve viaggiare a velocità doppia rispetto a chi è in testa! Ma oggi va tutto bene.
Per la pausa pranzo propongo al mio gregge (a volte durante la marcia se la strada lo permette assumono volentieri la formazione a “mandria”) di fare una piccola deviazione e con una decina di minuti in salita raggiungiamo una piccola cappella (l’Oratorio di Sant‘Anna) dove vi è una minuscola area attrezzata che permette una gradevole sosta.
Riprendiamo poi il cammino, abbandonando il “mitico sentiero 103” che scende a Cignod e raggiungiamo prima la palestra di roccia “Joe Mazza” a 1200 m. e proseguiamo verso la collina di Aosta raggiungendo il villaggio di Excenex (1049 m) da dove inizia la discesa “birichina” verso il capoluogo.
Con malandrina sicurezza avevo vantato a tutti la possibilità di gustare un buon caffè, o deliziose bevande rinfrescanti, nella minuscola frazione (244 abitanti) in uno splendido ed accogliente bar dal nome accattivante “La casa di tutti” usufruendo dei servizi e riposando su comode poltroncine all’aperto! Chiuso! Dalle 14,00 per riposo settimanale! (Perdonatemi: MxxxA! Parola in codice arcaico che esprime moderato disappunto!)
Efrem ci ha raggiunti col suo mezzo in quanto avevo previsto che qualcuno non avrebbe gradita la discesa verso Aosta su sentiero un pochino ripido e dissestato e si carica a bordo otto amici mentre gli altri scelgono di proseguire.
Sono stupito ed ammirato in particolare per la tenacia dimostrata da una coppia di americani che sta soggiornando ad Ivrea presso amici e che ha voluto accompagnarsi a noi: malgrado la signora abbia qualche problema con dolori alle gambe sceglie di fare tutto il percorso! Bravissima!
Oggi anche un pezzo della mia famiglia ha camminato con noi: mio figlio Marco e la sua compagna Morena (che sono reduci da un percorso completo da Canterbury a Roma (Morena; Marco solo fino ad Ivrea per ragioni di disponibilità di ferie) hanno voluto provare la variante della collina che non conoscevano.
Assorbito il disappunto per la mancata sosta rigeneratrice, approfittando di belle fontane per calmare la sete e di provvidenziali cespugli per l’ouput idraulico iniziamo a scendere verso la conca di Aosta. Luciano mi aiuta in testa al gruppo a fare l’andatura e monitorare il gregge e senza problemi arriviamo in città ed in breve alla stazione ferroviaria, dove il nostro Efrem verrà a raggiungerci per il ritorno a casa (dopo pause caffè, gelati e varie amenità)!
Nel ritorno esprimo la mia soddisfazione per la buona riuscita della camminata e mi complimento con tutti per lo spirito collaborativo dimostrato.
Alla prossima! AMEDEO