3 aprile 2022 Amedeo Dagna racconta: PONT SM-S.GERMANO Escursione amici VF


DA PONT  SAINT MARTIN A SAN GERMANO  Escursione degli amici della Via Francigena Domenica 3 aprile 2022

 Riprendono le escursioni degli amici dell’Associazione delle Via Francigena di Sigerico di Ivrea: domenica 3 aprile la prima proposta è una splendida tappa sul nostro percorso da Pont St Martin ad Ivrea.

Occorre fare alcune considerazioni: talvolta qualche socio, più o meno velatamente, ci fa notare che proponiamo spesso itinerari già abbondantemente percorsi in passato e noi, con gentile fermezza,  dobbiamo precisare che siamo appunto l’Associazione che ha tra i suoi compiti, oltre che accogliere e assistere pellegrini di passaggio, monitorare il percorso, rinfrescandone periodicamente la segnaletica, anche quella di far conoscere a tutti i nostri amici le tappe che Sigerico percorse, descrisse e ci lasciò in eredità. Altra considerazione, non secondaria, tiene conto del continuo rinnovarsi del nostro parco soci: ogni anno gli amici che si iscrivono per la prima volta sono veramente tanti e quindi praticamente per loro è “una nuova vota” il calpestare i sentieri che noi proponiamo. Sensazione non secondaria è il piacere di stare insieme e di scoprire, spesso, nuovi aspetti di itinerari già conosciuti. In ogni caso “quei benedetti ragazzi” (si fa per dire) che compongono il Direttivo e che progettano le escursioni, ogni anno riescono anche ad  arricchire le nostre camminate con proposte di itinerari nuovi: lo scorso autunno, ad esempio,  abbiamo fatto, gradito da tutti i partecipanti, un tratto dell’antica Via Francigena del Moncenisio, da Venaus a Novalesa, in Val di Susa con visita dell’antica Abbazia e una ottima sosta enogastronomica a Cre Seren in quel di Giaglione.

Tornando alla camminata di domenica 3 aprile bisogna riconoscere che il tratto scelto, ossia da Pont St Martin a San Germano (da un Santo all’altro) è sicuramente tra i più belli del percorso di nostra competenza, ricco di monumenti storici e di spunti paesaggistici. Certo! Tutto il percorso della Via Francigena è bello e permette sia al pellegrino che al camminatore “di piccoli tratti” di godere di una grande varietà di panorami, non solo legati all’aapetto paesaggistico ma anche storico, culturale: si può dire con assoluta certezza che ogni pietra, ogni roccia, ogni casa, ci parli del passato e ci induca a riflessioni su quanti milioni di piedi, abbiano calpestato, con differenti motivazioni, e differenti stati d’animo, queste pietre.

Una ulteriore considerazione che vuole arricchire di un aspetto ecologico, assolutamente virtuoso, la tappa percorsa oggi, è la possibilità di utilizzare i mezzi pubblici sia nell’andata, per raggiungere da Ivrea il punto di partenza a Pont St Martin, sia nel ritorno col bus urbano da San Germano ad Ivrea; per un giorno possiamo lasciare a casa le nostre “schiave-padrone” ossia le auto, e godere anche di questo aspetto.

Il ritrovo dei partecipanti è fissato alla Stazione ferroviaria di Ivrea dove ci si munisce di biglietto viaggio e si raggiunge, dopo festosi abbracci di riconoscimento, al binario due per salire sulla locale “freccia rossa” che, puntualissima e veloce in una manciata di minuti ci porta a Pont, St Martin. Guidati  dal nostro Presidente Paolo, oggi in splendida forma, e scortati dai due “diversamente giovani” del Direttivo, Giancarlo ed Amedeo risaliamo il sentiero che costeggia il Torrente Lys ed arriviamo sulla piazza del Ponte Romano, dove incontriamo altri amici che hanno preferito arrivare in auto ed alcuni che sono giunti dalla Valle d’Aosta.

Ci alterniamo Paolo (tanto) e Amedeo (un pochino) per illustrare agli intervenuti i punti salienti della tappa di oggi. In particolare ricordiamo che stiamo per percorrere un tratto della Via delle Gallie, che fino ad oltre la metà del 1800 era l’unica via che collegava il Piemonte con la Valle d’Aosta e permetteva di raggiungere Svizzera e Francia, ed una parte del Nord Europa. Tutto il percorso della Via Francigena, nel tratto tra Aosta fino a Cavaglià, si snoda su sentieri che sono leggermente in quota rispetto al fondo valle, poiche spesso in basso vi erano acquitrini che ostacolavano il cammino. Il Ponte Romano, con l’aiuto del grande amico Ennio Pedrini, ricordiamo la leggenda della sua costruzione voluta dal Santo Martino di Tours di passaggio a Pont che lo commissionò al diavolo il quale lo costruì in una sola notte chiedendo in compenso l’anima   del primo essere vivente che sarebbe passato sul ponte: al mattino il Santo estrasse da sotto il mantello un cagnolino e lanciato un tozzo di pane sul ponte lo invitò ad attraversarlo consegnando  così la sua anima al diavolo, che non gradì, ma ….vatti a fidare dei Santi…ne sanno una più del diavolo!

Durante i bombardamenti dell’agosto 1944 effettuati dagli alleati per ostacolare il movimento delle numerose truppe tedesche presenti in Valle, furono distrutte molte case e il ponte della statale 26: quello romano rimase intatto e continuò ad unire le due sponde del Lys.

Dopo le rituali fotografie il gruppo si mette in moto lasciando la piazza del Ponte Romano per raggiungere Carema su comoda stradina (sempre la cara vecchia Via delle Gallie) costeggiando le coltivazioni a terrazzamento che eroicamente furono costruite e coltivate nei secoli, usando i ciottoli lavorati dal Ghiacciaio Balteo e attingendo a terra più fertile nella pianura alluvionale intorno alla Dora trasportata su gerle a spalle.

Noi della Via Francigena di Sigerico abbiamo compiuto un piccolo furto territoriale di quasi un chilometro, ci siamo impadroniti di una piccola parte della Valle d’Aosta facendo iniziare il tratto di nostra competenza dalla Piazza del Ponte Romano, prima che il percorso entri ufficialmente e geograficamente nei confini piemontesi a Carema. I nostri amici valdostani, ai quali ci lega sincero affetto e robusta consuetudine di collaborazione, ci hanno perdonati: in ogni caso il primo tratto del nostro camminare è accompagnato dalla segnaletica posta dall’amministrazione della Valle, cioè segni gialli e frecce indicanti il sentiero “103”che in Valle identifica appunto la Via Francigena e che accompagna il pellegrino dal suo ingresso al Passo del Gran San Bernardo fino a Carema. Quando entriamo in Carema, dove Paolo ci racconta della Chiesa posta all’ingresso e di fronte ad una antica stazione di sosta e cambio cavalli, ritroviamo i nostri segni bianchi, le frecce, gli omini che Claudia e Giancarlo disegnano e rinfrescano di frequente e che guideranno i pellegrini fino a Cavaglià.

Si procede verso la Chiesa di San Rocco, con la sua piccola area di sosta, edificata nel luogo dove fu approntato il lazzaretto per la peste nei secoli scorsi. Salita gagliarda e discesa birichina fino ad entrare, in mezzo ai tipici “topiun” (i pali per sostegno delle “topie” tipiche vigne di Carema) e poi dopo aver ammirata la fontana con lo stemma nobiliare si sale verso la Chiesa e si prosegue verso il Mansun, antica casa forte che fu anche prigione e che oggi ospita un infopoint per pellegrini. Si scende quindi verso la statale 26 che si percorre con attenzione rigorosamente in fila indiana per un tratto di circa novecento metri fino alla deviazione che ci farà salire verso Airale da dove proseguiamo per Torre Daniele e su comoda carrareccia verso Settimo Vittone. Raggiungiamo su ripida mulattiera il porticato della Chiesa dove tradizionalmente sostiamo per il nostro pranzo al sacco, consumato in allegria. La Chiesa si trova proprio accanto alla struttura archeologica che comprende il Battistero di San Lorenzo ed il sarcofago che conteneva le spoglie della Regina di Francia, ripudiata dal marito e che qui si rifugiò ospite del Fratello, Signore del luogo.

Molte volte durante le passate escursioni abbiamo avuto modo di visitare il Battistero ma oggi non è possibile, per il tempo tiranno; abbiamo altri monumenti che ci aspettano e sicuramente torneremo.

Il tratto di sentiero che inizia ora è sicuramente uno dei più belli di tutto il percorso, scende tra prati, boschi e vigneti, a tratti anche abbastanza ripido fino a raggiungere all’ingresso di Montestrutto la mulattiera che sale a Nomaglio. E qui Paolo ci ha preparato una bella sorpresa, ci attende Christian Verraz, un preparatissimo cicerone che ci guiderà alla visita della vecchia chiesa di San Giacomo, posta su un colle appena sotto il Castello di Montestrutto e a fianco dell’antico cimitero.

Le spiegazioni sono veramente complete e ricreano l’ambiente in cui il villaggio di Montestrutto posto all’uscita della gola dove la valle inizia ad allargarsi, era una sentinella verso le Gallie.

Raggiungiamo quindi la Palestra di roccia della Turna, quasi una seconda casa per molti di noi e dopo una sosta golosa nella gelateria che si trova alla periferia del villaggio verso Ivozio, raggiungiamo San Germano e con il bus rientriamo ad Ivrea ed alle nostre case.

Grazie a tutti per la simpatica partecipazione e a presto!

Amedeo

 

 

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