La Chiesa e il Battistero sono del IX secolo (età carolingia) con aggiunte e rifacimenti di epoca successiva (periodo romanico). Vicino alla chiesa sono presenti i ruderi del castello.
La tradizione attribuisce agli Anscarici, da cui derivano i marchesi di Ivrea, l’edificazione del castello e della chiesa. Qui si rifugiò Ansgarda, sorella di Anscario, dopo essere stata ripudiata da Ludovico il Balbo (balbuziente), re di Francia. Una lapide, posta all’ingresso del battistero, ritenuta apocrifa, indica in questo luogo la sepoltura di Ansgarda. La pieve fu chiesa parrocchiale sino al 1661.
Esterno
Battistero: pianta ottagonale, muri spessi circa 1,2 metri . La muratura esterna si presenta molto irregolare sino a circa 2/3 dell’altezza poi ha una struttura più regolare segno di un rifacimento successivo probabilmente dovuto a crolli; è costituita da pietra locale (gneiss, micascisti) alternata a mattoni, alcuni di origine romana. La copertura è effettuata con lose. Sopra al battistero si eleva un piccolo campanile quadrato di epoca romanica (quindi posteriore); notare gli archetti pensili sui quattro lati ed il capitello a stampella. All’interno ogni lato ha una nicchia, sul lato orientale è stata costruita una piccola abside
Chiesa: è realizzata a croce latina con navata unica ricoperta da volta a botte, è presente una cappella sul lato destro (cappella Avogadro) a cui faceva di riscontro, prima della costruzione del corridoio di collegamento con il battistero, una cappella su lato sinistro; è presente un’abside verso oriente. Cappella ed abside sono rettangolari con volta a botte (architettura primitiva); la muratura è come quella del battistero, ma meno spessa ( 80 cm ); da rilevare, nella muratura esterna, alcune tracce di coccio pesto usato dai romani nelle costruzioni (vedi acquedotto di Ivrea); la copertura è realizzata con lose tranne l’abside dove sono presenti embrici romani; la cornice del sottotetto è fatta con mattoni romani (probabilmente ad opera del restauro del D’Andrade). Sul lato sud si apre una piccola finestrella, l’unica coeva alla costruzione primitiva. Sulla facciata è stata ricostruita una bifora (D’Andrade) con capitello a stampella. Il campanile è addossato alla facciata con ingresso laterale (sul lato Nord). All’esterno tutti i lastroni in pietra su cui si cammina sono le originarie coperture che furono rimosse all’epoca del restauro e sostituite con lose meno pesanti.
All’esterno è inoltre presente un sarcofago con copertura.
Interno
Battistero: non sono presenti affreschi.
Corridoio di collegamento Battistero-Chiesa:
Santo Stefano (manca la foto) notare le perline sull’aureola; probabilmente più antico perché già inserito nella parte della vecchia cappella prima della costruzione del corridoio
Chiesa:
Cappella Avogadro (tardo 400) gli stemmi della famiglia sono dipinti sui bordi della cappella.
Notare i colori caldi e vivi e luminosi di tutta la cappella, vi sono legami con la pittura provenzale.
Proseguendo nella Chiesa:
Parete destra: miracolo di S. Nicola di Bari (manca foto) che risuscita tre giovani uccisi da un macellaio a cui avevano chiesto ospitalità.
Nella parete intermedia S. Michele che pesa le anime (manca la foto), molto consunta, di fine 200.
Fondo (controfacciata): S. Giorgio che libera la principessa (manca la foto) databile a metà 400 per l’armatura e le acconciature femminili.
Parete sinistra: martirio di S. Lorenzo (manca la foto) opera dello stesso pittore tardo 300 che dipinse martirio di S. Sebastiano nell’abside e il beato Pietro del Lussemburgo sulla parete destra.