Cascinette d’Ivrea


Arte, storia e cultura: la Via Francigena a Cascinette d’Ivrea

Cascinette d’Ivrea, un paese di 1500 abitanti per un’estensione territoriale di circa 2.2 Kmq, è adagiato ai piedi della Serra Morenica e fa parte del grandioso Anfiteatro Morenico del Canavese, uno dei più imponenti al mondo.

Il suo territorio, prevalentemente pianeggiante, è contornato in parte da colline ricche di vegetazione e impreziosito dal suggestivo Lago di Campagna, méta di pescatori e di famiglie in cerca di frescura e di tranquillità, recentemente dotato di un’area per turisti adeguatamente attrezzata.

Anche se non conta secoli di gloria ed un turrito castello, Cascinette partecipò alle alterne fortune di Ivrea e Chiaverano; nei documenti compare intorno al 1600.

L’origine del nome “cascinette” è da ricercare nel termine “cassina” o cascina, cioè l’azienda agricola e trae origine dagli antichi casolari con tetti in paglia, detti bent, costruiti dagli abitanti di Chiaverano come base d’appoggio per i loro campi ubicati nella piana.

Con il trascorrere del tempo questi antichi ripari agricoli furono trasformati in abitazioni stabili di campagna, le “cassine nette di campagna, finaggo di Chiaverano”, più tardi denominate Cascinette di Chiaverano.

Nel periodo intercorrente fra il 1764 ed il 1770 venne costruita a servizio del paese, così formatosi, una cappella dedicata a S.Antonio di Padova che nel 1834, rimaneggiata ed ampliata divenne l’attuale chiesa parrocchiale.

Chiesa di Cascinette d'Ivrea

La chiesa di Cascinette d’Ivrea

Dopo un lungo periono di contrasti e di lotte con i Chiaveranesi, motivati dal desiderio dei borghigiani di rendersi indipendenti, con la Legge del 22 giugno 1925 Cascinette ottenne l’autonomia da Chiaverano, di cui era frazione, assumendo l’attuale denominazione di Cascinette d’Ivrea.

Sullo stemma di Cascinette, fatto insolito, appare il campanile senza la sua accogliente Chiesa, situata nel piano a 200 metri di distanza.

Il motivo di questa atipica collocazione è dovuto alla necessità di costruirlo in posizione più elevata, sul monte Sasso, perché tutti gli abitanti del paese potessero leggerne l’ora (il progetto del campanile, costruito nel 1863, è opera dell’architetto Filippo Gaya).

 

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