VF Valdostana: dal GRAN S.BERNARDO a ETROUBLES


VF Valdostana: dal GRAN S.BERNARDO a ETROUBLES

Quando

6 Agosto 2017    
Tutto il giorno

Dove

COLLE DEL GRAN SAN BERNARDO
GRAN SAN BERNARDO, GRAN SAN BERNARDO

Tipologia evento

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Domenica 6 Agosto 2017 L’Associazione La Via FRANCIGENA di SIGERICO
Organizza un
“Giro al Fresco” – dal GRAN S.BERNARDO a ETROUBLES
PROGRAMMA:
07:15 – Ritrovo davanti alla Stazione Ferroviaria di Ivrea

07:30 – Partenza per il Colle del Gran San Bernardo (autobus privato)

09:15 – Arrivo al Colle

10:00 – Inizio camminata verso Etroubles

12:30 – Pausa , pranzo al sacco , a Saint Rhemy en Bosses

16:00 – Visita al paese di Etroubles

17:00 – Partenza Bus per Ivrea 18:30 – Previsione ora d’arrivo ad Ivrea
NOTE IMPORTANTI
Il percorso è IMPEGNATIVO, con circa 1200 metri di dislivello in discesa e circa 6 ore di cammino effettivo.
NON E’ ADATTO A CHI HA PROBLEMI DI SALUTE
Sono raccomandati: acqua, abbigliamento da escursionismo compreso giubbotto adeguato alla quota di partenza (metri 2.473 ), scarponcini e bastoncini!
Numero minimo di partecipanti 25 persone , massimo 43
Il prezzo del viaggio sarà circa 15/20 € (più siamo meno si paga )
Le prenotazioni via e-mail/telefono/SMS, costituiscono impegno al versamento della quota.
I tempi riportati dopo le 07:30 sono INDICATIVI
In caso di condizioni atmosferiche avverse, la camminata sarà riprogrammata a nuova data.
Per l’eventuale annullamento, sarà data informazione sulla pagina Facebook
dell’Associazione o sul sito https://www.francigenasigerico.it/ (sezione NEWS), entro la sera prima dell’evento.
Le adesioni devono pervenire entro il 4 agosto 2017 scrivendo a:
o via SMS al n° 328-0045913 indicando:
nome-cognome e n° tessera 2017
La partecipazione è condizionata all’esibizione della tessera 2017.
I NON soci possono partecipare previa iscrizione all’Ass.ne
(quota annuale € 10 per gli adulti e € 5 per i ragazzi ad 12 a 18 anni).
I bambini di anni 12, da compiere, sono esenti da iscrizione.
L’Associazione scrivente declina ogni responsabilità per eventuali danni
a persone o cose prima, durante e dopo la camminata.Per info : 3280045913

Racconto:

SULLA VIA FRANCIGENA  DAL COLLE DEL GRAN SAN BERNARDO AD ETROUBLES

IL 6 AGOSTO 2017   (di Amedeo Dagna)

 

Sfidando le previsioni meteo che non promettevano nulla di buono ci siamo ritrovati, verso le 7 del mattino di domenica 6 agosto, nel piazzale antistante la stazione di Ivrea, dove il nostro simpatico amico Efrem ci avrebbe ospitati a bordo del suo confortevole bus per condurci al Colle del Gran San Bernardo, punto di inizio della Via Francigena in territorio italiano e da cui avremmo percorso i 1200 m in discesa verso il villaggio di Etroubles.

Il gruppo di escursionisti è numeroso: siamo in quarantuno, tra cui alcuni bimbi e parecchie new entry che desiderano avvicinarsi alla via Francigena di Ivrea ed al nostro modo di camminare, imparando a conoscere luoghi e percorsi legati ormai a più di un millennio di storia pellegrina. Il Direttivo è presente con sei membri (tra cui Presidente e Vice) e gli assenti ci hanno inviato il loro augurio di buona gita, il loro rammarico di non essere presenti, condito da un pochino di sana invidia!

Coloro che vivono di pane e previsioni meteo erano preoccupati di cosa ci avrebbe riservato la giornata: qualcuno ha anche gufato e devo riconoscere che l’arrivo al Colle, verso le 9, sul piazzale della ex dogana italiana, non è stato dei più incoraggianti: quando Efrem ha aperto le porte del suo bus molti di noi erano tentati di rimanere nel confortevole calduccio interno invece di affrontare i 12° esterni!

Quarantun escursionisti hanno dato vita a scene di disperata ricerca negli zaini di indumenti da indossare con rapidità, rimpiangendo piumini e giacche a vento che a causa delle torride temperature di questi giorni in pianura erano rimaste a riposare negli armadi. Abbiamo invaso il bar dell’Hotel Italia per un corroborante caffè ed un provvidenziale “piss stop” prima di radunarci in territorio elvetico di fronte all’ingresso dell’Ospizio per la rituale foto di gruppo e per ascoltare alcune notizie sul percorso di oggi e sui punti più significativi del territorio che attraverseremo.

Il Colle del Gran San Bernardo (valico alpino delle Alpi Pennine) si trova a quota 2473 m, e mette in comunicazione il territorio italiano (Valle d’Aosta in generale e Valle del gran San Bernardo in questo ultimo tratto) con la Valle svizzera d’Entremont, nel Vallese e che sbuca a Martigny.

Risale al tempo dell’Impero Romano la costruzione sul Colle di un Tempio dedicato a Giove Pennino (pertanto il nome più antico era “Col de Mont Jupiter” poi trasformato in “Col de Mons JouX”). Accanto ai resti dell’antico Tempio sono stati ritrovati resti di insediamenti che potevano far parte di edifici dedicati alle aree di sosta e di guarnigione sul valico.

Risale invece al 1035 la costruzione dell’Ospizio, ad opera di San Bernardo di Mentone, che sarà gestito in modo regolare da una congregazione di canonici per dare assistenza ed ospitalità ai numerosi viaggiatori che transitavano dal valico.

A partire dal XVI secolo i canonici dell’Ospizio hanno iniziato (e continuano tuttora) ad allevare dei grossi (e pacifici) cagnoloni molossoidi, inizialmente per la guardia e la protezione dell’Ospizio stesso (sono stati numerosi gli episodi di brigantaggio riportati dalle cronache) ma anche per numerosi altri impieghi: trasporti di piccoli carichi con provviste, tipo latte e formaggi, fornivano forza motrice (un dispositivo simile ad un mulino, azionato dai cani, muoveva l’enorme spiedo della cucina dell’Ospizio).  A partire dal 1800 fu curata una selezione nella razza che oggi viene chiamata appunto “Cane di San Bernardo”.

Ma l’impiego che li rese celebri in tutto il mondo fu quello di affiancare i monaci nel tracciare piste sulla neve, di prevedere caduta di valanghe e di ritrovare viaggiatori dispersi col maltempo se non addirittura sepolti dalle slavine.  

Vi consiglio di leggere un libro, molto bello, che racconta le imprese di questi cani: il titolo è “Samaritani con la coda” e tra i tanti episodi narra la storia di Barry, che salvò la vita ad un numero impressionante di viaggiatori in difficoltà e purtroppo fu ucciso, per errore, da un uomo che cercava di soccorrere e che, nella semincoscienza del momento, lo aveva scambiato per un aggressore.

Normalmente il Valico rimane chiuso per il periodo che va da ottobre a fine maggio e non raro che la sua apertura, con i mezzi spazzaneve, costringa a percorrerlo, almeno per qualche tempo, in un trincerone di neve.

Iniziamo a scendere verso valle accompagnati da una maligna ma innocua pioggerellina che cessa quasi subito. Passando accanto alla statua del Santo (Bernardo) che domina l’inizio del sentiero in territorio italiano abbiamo avuto la sua personale benedizione ed assicurazione che il meteo non ci avrebbe causato fastidi.

Seguendo le numerose indicazioni del “sentiero 103” che in Valle d’Aosta identificano il percorso della Via Francigena e che ci seguiranno fino a Carema, iniziamo a percorrere il comodo tracciato che attraversa il vallone fino ad incrociare la Statale 27 (quella che porta al Colle da Aosta) all’altezza delle costruzioni della Vecchia Dogana, oggi trasformate in edifici di accoglienza: bar, vineria (la più alta e forse anche la più cara d’Europa) ed un piccolo Ostello per pellegrini.

Subito dopo l’attraversamento della statale il sentiero si fa particolarmente bello e stimolante e si snoda a mezza costa tra radi cespugli di rododendri avendo sulla destra un ripido versante che sovrasta l’ingresso italiano del Traforo.

Dopo piacevoli tornanti si arriva in vista dell’abitato del Villaggio di Saint Remy en Bosses, che attraversiamo ammirando i lampioni che sono tutti ornati dalla elegante sagoma in lamiera del “pellegrino”.

Era questo l’ultimo villaggio (o il primo) che i viaggiatori trovavano nel loro cammino verso e dalla frontiera: per secoli esercitò la funzione di controllo sulla strada del valico. Fu soggetto ad invasioni, tra cui Unni, Burgundi, Longobardi, Carolingi e persino saraceni che se lo passarono di mano in mano tra il VI ed il X secolo. Secondo la tradizione, il re burgundo Gontrano, di passaggio nella valle, si fece battezzare qui, nel 496 dc, da San Remigio, vescovo di Reims, dando poi il nome al borgo-

Anche Sigerico, nel suo ritorno da Roma a Canterbury, soggiornò qui prima di passare il Colle (era la XLVIII tappa del su viaggio).

Oggi fa parte di una serie di piccoli borghi che fanno capo al capoluogo, St Leonard, che sorgono nella conca di Bosses, nell’alta valle del Gran San Bernardo ed è famosa sia per la cura con cui è conservato il villaggio che per l’eccellenza gastronomica costituita dal prosciutto (Jambon de Bosses)che secondo un rigido disciplinare viene prodotto in piccole quantità in zona.

La nostra escursione ci porta nel capoluogo, St Leonard, dove nell’area di sosta antistante la Chiesa, consumiamo il nostro meritato spuntino autogestito, prima di iniziare la ripida discesa verso la nostra meta: Etroubles!

Arrivati nella valletta sottostante dove il torrente Artanavaz, proveniente dal Colle si butta nel Buthier, proseguiamo in direzione St Oyen dove ammiriamo la vecchia costruzione, gestita fino a pochi anni fa dai canonici dell’Ospizio che ne avevano fatto la base invernale in territorio italiano (oggi è passata sollo la giurisdizione della Curia di Aosta). Tradizionalmente raccoglie fedeli in cerca di pace e di spiritualità, con particolari raduni ed esercizi, ma accoglie anche pellegrini e viandanti in una simpatica foresteria. Io ci pernottai tanti anni fa durante una settimana di trekking sull’Alta Via n° 1 della Valle d’Aosta e mi resi protagonista di un episodio birichino che vi potrò raccontare di persona, a richiesta!  

Lasciati da parte i ricordi proseguiamo il percorso arrivando finalmente ad Etroubles, bellissimo villaggio che dal 20 maggio 2005 ospita un Museo a cielo aperto (ampliato poi nel 2006) e ospita opere di artisti che si ispirano al tema del viaggio e della vocazione del villaggio ad ospitare viandanti e pellegrini.

Prima di concludere alcune noterelle (tra il sacro ed il profano): guidati dal nostro Presidente Paolo, un piccolo gruppetto di noi trova modo di salutare Leo, il mitico gestore del Relais de Mont Fortin, base invernale di tante ciaspolate: andati alla ricerca del celebre bicchierino di genepy, a causa della fine delle scorte ci gustiamo invece un corroborante nocino!

Tra le statue che ornano il borgo di Etroubles hanno particolare risalto quelle che si ispirano alle maschere (Landzette) del Carnevale della Coumba Freida (sono le località che sorgono in questa zona della Valle dove freida richiama il clima che si trova generalmente nei giorni del Carnevale) e che sono quasi tutte ispirate, in senso ironico, alla presenza dei soldati napoleonici, durante la discesa di quell’esercito agli inizi dell’800.

L’ultima nota riguarda il “Marronnage” ossia un vero e proprio servizio di guide e portatori per accompagnare viandanti sui percorsi dei valichi. Probabilmente il fenomeno è comune a tutte le valli alpine ma qui venne addirittura sancito con una Carta della Casa Savoia nel 1273 (la Vierie du mont Joux – traducibile come viabilità del Monte Giove) che ne riconosceva i meriti e ne codificava l’impiego.

 

Con le macchine fotografiche roventi dal tanto lavoro ci portiamo a casa i bellissimi ricordi di questa bella escursione con il proposito di ritrovarci verso fine mese per continuare il percorso verso Aosta.

A presto!   aMEDEO

 

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