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29 Settembre 2019    
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IVREA, IVREA

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GLI AMICI DELLA FRANCIGENA ALLA SCOPERTA DI PAVIA (racconto di Amedeo Dagna)
(Domenica 29 settembre 2019)

Siamo partiti in sessantuno su comodo ed elegante bus a due piani alla scoperta di Pavia e delle sue bellezze artistiche, guidati da una bravissima Riccarda che ha coordinato come una brillante direttrice d’orchestra tutta la logistica della giornata, trasformando una camminata urbana in una sinfonia di piacevoli scoperte.
La nostra prima sosta, verso le dieci del mattino è stata alla Certosa di Pavia, a pochi chilometri dalla città, ed abbiamo potuto dedicare un paio d’ore alla visita del complesso monumentale guidati da uno splendido e paziente Lauro che si è premurato di darci tutte le notizie storiche su questo gioiello architettonico, inquadrandolo tra le epoche in cui sorse e le famiglie nobiliari che lo vollero edificare. Abbiamo ammirato dall’esterno le eleganti facciate, appreso le funzioni dei vari edifici, il loro stile, analizzati e scoperti fregi e sculture che lo abbelliscono. Entrati all’interno del complesso siamo stati guidati, per motivi organizzativi, da un monaco eritreo, che si esprimeva in un ottimo italiano, il quale ha completato la nostra visita con l’illustrazione delle varie cappelle, sacrestie e cori, portandoci poi all’esterno a visitare gli splendidi chiostri, riccamente ornati da colonne e fregi e statue in terracotta.
Ripreso il cammino siamo arrivati in breve nel centro della città dove una previdente Riccarda (nel timore che la giornata potesse essere molestata da un meteo avverso) è riuscita a farci accogliere al coperto nel refettorio di un complesso religioso dove con grande comodità abbiamo potuto consumare il nostro pranzo al socco, seduti a tavole confortevoli e coccolati da qualche buon bicchiere di bonarda e il tutto arricchito da un buon caffè finale servito da un barista d’eccezione: il Presidente Paolo! (Abbiamo avuto la sensazione che nomi importanti produttori dell’aromatica bevanda lo stiano contattando come “testimonial” per future manifestazioni).
Nel primo pomeriggio ci ha raggiunti una signora, guida professionista che già avevamo conosciuto recentemente durante la visita a Bobbio, che ci ha guidati alla scoperta di Pavia e delle sue Chiese (e non solo).
Denominatore comune dell’architettura religiosa della città (e di molte altre nella pianura padana) è l’utilizzo del “mattone” in particolare all’esterno per cui questi complessi si presentano con imponenti facciate color bruno rossastro sorrette da eleganti e possenti colonne tutte dello stesso materiale. Eleganti rosoni, bifore e trifore completano la bellezza delle facciate arricchendole con eleganza.
Anche gli interni sono splendidi ed ogni chiesa ha la sua particolarità.
Pavia è stata fondata più di duemila anni fa sulla riva sinistra del Ticino e conserva nel suo assetto urbanistico la caratteristica del “castrum” romano e si riconoscono benissimo i due assi viari “cardo e decumanus” nelle attuali Strada Nuova e Corso Cavour. Inoltre Pavia ha conosciuto momenti di autentico splendore quando fu capitale del Regno Longobardo (572-774) che continuò sotto i Goti. Noi l’abbiamo percorsa in gran parte alla scoperta delle sue caratteristiche. Non ci siamo fatti mancare la vista al famoso ponte coperto sul Ticino, di costruzione moderna ma sul sito dove già in epoca romana esisteva un ponte che collegava le due sponde del Ticino: all’estremità sud sorge il “monumento alla lavandaia” eretto a testimonianza dell’umile faticoso lavoro delle donne che qui lavavano i panni.
Visitiamo le meravigliose Chiese che numerose abbelliscono la città: iniziamo da Santa Maria del Carmine, poi attraversando il centro medioevale con il suo “Broletto” (il nome dell’antica zona dove sorgevano gli edifici municipali) arriviamo al Duomo; dopo una accurata visita ci trasferiamo in San Michele, detta la basilica dei re, perché sede di elezione ed incoronazione dei re italici. E’ certo che in questa chiesa romanica rifatta su precedenti cappelle (menzionate già nel 662) fu incoronato Federico Barbarossa nel 1155. Concludiamo le visite a monumenti ecclesiastici con la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro.
Ma attraversando la città in un percorso logico di scoperte visitiamo l’Università, ammirando i suoi cortili, porticati e giardini, vediamo le famose “torri” che le varie famiglie gentilizie erigevano a testimonianza della loro importanza e potere.
E viene l’ora di tornare alla nostra bella Ivrea, molto soddisfatti e più ricchi di cultura dopo questo bel bagno in una splendida città.
Ma il Direttivo stà già progettando altre visite, altri scampoli di cultura e di turismo.

A presto!

AMEDEO

 

 

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