CERCANDO ARDUINO FRA STORIA E LEGGENDA (da Pont Canavese a Sparone) 1


25 giugno      Cercando Arduino fra storia e leggenda     (Pont Canavese – Sparone)

Oggi percorriamo un tratto di Canavese non lontano da noi, ricco di storia legata comunque alla nostra Ivrea!

Durante la recente passeggiata “Alla scoperta di Ivrea medievale” abbiamo notato una lapide all’ingresso laterale della Cattedrale. La pietra, posta nel 2002,  ricorda i contrasti che contrapposero Arduino al Vescovo Warmondo e sancisce la conciliazione della chiesa con il famoso e discusso marchese.

Come recita la locandina, cercheremo Arduino fra storia e leggenda e oggi “rispolveriamo” questa epica figura vissuta più di 1000 anni fa! Già sul pullman, Lauro ci impartisce una bella lezione di storia: scopriamo la vita del Marchese d’Ivrea, incoronato re d’Italia a Pavia nel 1002, ricordiamo le sue sanguinarie scorribande contro i vescovi di Ivrea e di Vercelli. Rievochiamo la sua resistenza alle truppe imperiali, l’arroccamento a Sparone, nell’Alto Canavese e  i suoi ultimi anni vissuti come un monaco presso l’abazia della Fruttuaria. In seguito le sue spoglie mortali ebbero diverse vicissitudini, spostate da San Benigno ad Agliè ed infine a Masino, dove finalmente riposano!

Insomma, potremo cercare Arduino girovagando in molteplici luoghi…. Per oggi seguiremo le sue tracce nella valle dell’Orco!!

Per entrare nel vivo di questa storia, sul pullman che ci porta verso Pont Canavese, leggiamo la terrificante scomunica che Warmondo lanciò ad Arduino. . . E’ davvero impressionante questa maledizione, diretta al marchese e sui suoi seguaci….!!! Certo che erano altri tempi e all’epoca l’idea della “misericordia” era molto diversa da quella di oggi!!

Il tempo è pessimo e già sul tragitto incontriamo un brutto temporale… (la maledizione di Warmondo, appena letta, avrà mica ancora qualche effetto???).

Arriviamo a Santa Maria di Doblazio, imponente costruzione a mezza costa, in una posizione molto panoramica, e incontriamo Elena dell’ufficio turistico di Pont. Attraverso la Porta Santa del Giubileo, entriamo nell’antica pieve che la leggenda vuole legata ad Arduino. Scopriamo la storia del luogo, di queste montagne, di nobili, di fedeli e di confraternite. Ciò che attira la mia attenzione è la presenza di due altari frontali affiancati, mai visti in una chiesa con una sola navata. Oltre alla chiesa visitiamo il coro, la sacrestia e il sottostante ossario. E’ veramente impressionante la quantità di ossa ammucchiate nella teca di vetro! Tante sono di bimbi e tutto ciò mi fa meditare sulla precarietà della vita …. Elena, dopo le spiegazioni storiche, sdrammatizza, raccontando quando da bambina, prima che fosse eseguito il restauro dell’ossario, veniva a giocare in questo luogo così inquietante!!!

Con una piccola passeggiata giungiamo nel cuore di Pont, dove svetta la bella chiesa di San Costanzo, imponente costruzione in pietra. Da qui si sale ancora, fino alla altrettanto imponente Torre Ferranda, sede del “museo del territorio” e dalla quale si gode di un bel colpo d’occhio sull’abitato di Pont, sulla pianura canavesana e sulla catena alpina che fa da cerchio alle valli Orco e Soana. Si ammira anche la bella torre Tellaria, ricca di leggende! La più inquietante è quella di Madama Rua, ambiguo personaggio che si cibava dei bimbi pontesi, trasformatasi in corvo per non lasciarsi catturare dagli abitanti inferociti.

Interessantissima  è la visita al Museo Etnografico, allestito e gestito con molta cura da volontari che preservano il ricordo della gente pontese e valligiana, ricordandone la storia, gli usi, i costumi e i vecchi mestieri di questo tenace popolo montanaro!

Il programma prevede ora una bella camminata, attraversando  il “punt ch’a biauta” (una sorta di robusto ponte tibetano) ma un nuovo intensissimo temporale ci impedisce di proseguire a piedi! Fortunatamente Efrem, il nostro autista, ci viene prontamente in soccorso e ci porta direttamente a Sparone!!

Devo dire che qui la gente è genuina e cordiale, infatti, pur avendo il pranzo al sacco, siamo ospitati dalla gentile signora del bar che mette a disposizione i tavoli. Beh!! davvero provvidenziale, si pranza al coperto e possiamo integrare il nostro pasto con vino, gelati e torte che sono a disposizione nel locale!!

Con i dovuti scongiuri riusciamo a far migliorare il tempo! Il sole fa capolino e ci concede di salire fino al monte della Motta dove troviamo i ruderi della rocca arduinica e la chiesa di Santa Croce.

Qui Arduino si è rifugiato con i suoi fedelissimi e qui si subì l’assedio delle milizie teutoniche tra il 1004 e il 1005:  non è leggenda, è davvero storia! Ricorda l’evento un’altra lapide posta sul brandello di muro dell’antico “castrum” .

La chiesa, aperta appositamente per noi, è invece ben conservata, nonostante abbia subito l’usura del tempo e episodi di vandalismo. La guida, una simpatica ragazza “autoctona” ci descrive con bravura e vera passione di chi ama la sua terra, le varie vicissitudine e ci illustra gli affreschi e i particolari architettonici!

Tutto interessante, ma oggi… dopo tutta sta’ cultura,  abbiamo anche piacere di camminare un po’ e raggiungiamo la piccola frazione Boetti. Ci accompagna Renzo con il suo nipotino Matteo, e visitiamo una vera “chicca”: una stanza adiacente alla chiesetta della Santa Trinità, cuore della borgata. Una semplice stanza con il pavimento in graniglia, non è antica, è solo …”vecchia”! E’ la vecchia scuola, ancora con i suoi banchi di legno con i buchi per il calamaio, la lavagna, le carte geografiche, vecchi quaderni, libri di lettura e “sussidiari”,  la stufa a legna… Insomma, torno indietro negli anni …. questa è uguale alla scuola della mia infanzia… Bravo Renzo che ne hai cura! Oggi ho visto cose bellissime, pezzi di storia e arte, ma, non me ne voglia Arduino, questa scuola è ciò che mi ha emozionata di più!

E’ stato bello anche incontrare Matteo, questo bimbo mi ricorda il mio nipotino! Matteo ci ha fatto conoscere il suo asinello, i suoi pesciolini, mi ha fatto vedere la chiesetta dove fa il chierichetto. .. La sua innocenza e la sua simpatia mi hanno commossa, è lo specchio della genuinità della cara gente che oggi ci ha tenuto compagnia in questo angolo di Canavese, un po’ nascosto ma tanto affascinante!!!

Alla prossima!!!

MARIA VITTORIA

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Un commento su “CERCANDO ARDUINO FRA STORIA E LEGGENDA (da Pont Canavese a Sparone)

  • Cristina Coppo

    Grazie per le belle parole spese nei confronti del mio paese! Sono contenta che tutto sia andato per il meglio, a parte …..il tempo che poteva essere più clemente. Vi avrei rivisti con piacere, ma ero occupata con il lavoro.
    Complimenti per le vostre attività e…..continuate così!!!!
    Cristina Coppo, la cugina di Luciano Gregorio